Cos’è la riserva ovarica?
Ci sono rimedi naturali per la riserva ovarica bassa? Gruppo Donnamed si occupa da oltre 20 anni di infertilità e fecondazione assistita, con un gran numero di pubblicazioni scientifiche dedicate all’argomento (Tocci 2009). Abbiamo quindi acquisito grande esperienza clinica nel campo della riserva ovarica. Ci sono relativamente pochi centri di fecondazione assistita al mondo che si occupano di riserva ovarica bassa. E’ infatti un argomento complesso, che necessita di specifiche competenze che un centro di fecondazione assistita standard non riesce a fornire.
In questo articolo spiegherò in modo semplice cosa si intende per riserva ovarica. In sostanza è il numero di uova residue nelle ovaie. E’ relativamente indipendente dall’età cronologica della donna. Una donna giovane può avere scarsa riserva ovarica, mentre una donna con età superiore ai 35 anni può avere un’ottima riserva ovarica.
Questo articolo può essere utile quanto meno a capire cosa fare in caso di riserva ovarica bassa. Perché qualcosa da fare esiste. Naturalmente, come per ogni settore dell’infertilità di coppia, anche il campo della riserva ovarica necessita di opportune conoscenze e di una visita medica diretta. Un articolo informativo come questo non può essere infatti esaustivo sull’argomento. E non si può pensare che ci si possa auto-curare leggendo il web.
Non esitare pertanto a chiamarci gratuitamente al numero 3388997473 per avere maggiori spiegazioni su questo argomento o contattarci qui prenotando una visita per infertilità.
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Riserva ovarica bassa: rimedi naturali
Il tema dei rimedi naturali per la riserva ovarica bassa è molto ricercato dalle pazienti con questo problema. Occorre dire subito che la perdita di uova è infatti un fenomeno naturale e irreversibile. L’ovaio si comporta infatti come una specie di inceneritore, che distrugge progressivamente le uova presenti nell’ovaio sin dall’epoca fetale, prima che la donna nasca.
Tuttavia, alcuni comportamenti su come aumentare la fertilità possono essere utili, e li consiglio.
Inoltre, iniziano ad emergere alcuni lavori controllati sull’utilizzo di alcuni integratori che sembrano utili ad aumentare la riserva ovarica.
Ad esempio:
- l’uso di protocolli di fecondazione assistita su ciclo naturale, cioè senza stimolazione ovarica, può aiutare in questo campo, ma richiede una specifica esperienza in questo campo. Gruppo Donnamed ha effettuato centinaia di cicli di questo tipo, con risultati interessanti in diversi casi
- Gruppo Donnamed consiglia sempre, in tutti i casi, una dieta ricca in antiossidanti in particolare:
- mangiare grande quantità di pesce azzurro (sardine, alici, sgombro)
- bere piccole quantità di vino rosso
- usare verdure e frutta di colore rosso, ricchi in antiossidanti (frutti di bosco anche decongelati, pomodori, arance rosse etc)
- la frutta secca (es. le noci) è un ottimo anti-ossidante naturale
- il pretrattamento con coenzima Q 10 (CoQ10) migliora la risposta ovarica alla stimolazione e ai parametri embriologici nelle giovani donne con scarsa riserva ovarica nei cicli di fecondazione assistita. È necessario ulteriore ricerca scientifica sull’argomento, ma questi dati sono incoraggianti perchè sono controllati
- l’uso del deidroepiandrosterone, un androgeno debole naturale, può anche essere utile in alcuni casi. Questo androgeno naturale deve essere preparato dal farmacista su ricetta medica (preparazione galenica)
- il testosterone viene a volte da noi utilizzato per migliorare i risultati della FIVET nella bassa riserva ovarica
- la vitamina D può essere utile perchè si è visto i livelli di ormone anti-mulleriano (AMH), un marcatore di riserva ovarica, sono migliori in donne con normali livelli di vitamina D
- gli acidi grassi polinsaturi possono aiutare. Sono contenuti nella dieta consigliata da Gruppo Donnamed e in alcuni farmaci da banco
- l’acido folico è anche un presidio utile in questi casi
- correggere l’obesità è senz’altro consigliabile
Quindi qualcosa di naturale per migliorare la riserva ovarica esiste !!
Riserva ovarica
Per riserva ovarica si intende la quantità di follicoli ovarici (misurata ecograficamente) e di conseguenza uova residue nelle ovaie. I follicoli contengono i precursori delle uova che maturando possono essere fecondate e dare origine all’embrione.
Il numero di uova in epoca fetale (prima che la donna sia partorita da sua madre) è il massimo numero disponibile nella vita della donna, ma è destinato a ridursi progressivamente nel corso della vita.
- ogni donna riceve un numero ben definito di uova alla nascita
- spesso questo numero è correlato familiarmente al numero di ovociti posseduti dalla madre
- la maggior parte degli ovociti degenera spontaneamente durante il periodo della vita fetale e dopo la nascita
- dall’età di 31 anni questo numero si riduce a velocità accelerata
- di conseguenza, la fertilità di una donna si riduce significativamente dopo i 31 anni
- con l’età anagrafica, si verifica l’invecchiamento delle uova con riduzione della loro qualità genetico-cromosomica
- per alcune donne il patrimonio ovocitario può essere:
- eccessivo (ovaio policistico)
- normale
- insufficiente (ridotta riserva ovarica)
- molto insufficiente e portare a un prematuro esaurimento ovarico
- mediamente, in una donna sopra i 35 anni, la riserva ovarica è già ridotta rispetto ad età più giovanili
- dopo i 35 anni si osserva anche una ridotta qualità biologica degli ovociti residui nelle ovaie
Molti test sono stati proposti per valutare in ciascuna donna la riserva ovarica, nessuno è sufficientemente accurato.
Il test più usato nel passato è stato il dosaggio dell’FSH al 3° giorno del ciclo mestruale.
Si è osservato che, superata una certa soglia di FSH (9-10) la percentuale di gravidanze evolutive ottenute anche con la fecondazione assistita si riduce.
Ormone anti-mulleriano (AMH)
La valutazione della riserva ovarica si ottiene anche con il dosaggio dell’ormone antimulleriano (AMH).
L’AMH è una proteina circolante nel sangue della donna. E’ prodotto dalle cellule che circondano i tuoi ovuli contenuti nei follicoli ovarici di piccolo diametro (< 4-6 mm) detti follicoli pre-antrali. Esso è assente in ovocita, corpo luteo, teca, follicoli morti (atresici).
Ma la buona notizia è che l’ormone antimulleriano non fluttua durante il ciclo mestruale. Quindi si può dosare in qualunque fase senza aspettare il 3°-6° giorno del ciclo.
- i livelli di ormone antimulleriano correlano con la conta dei follicoli antrali. Più è alto il valore di AMH, maggiore è il numero di follicoli la donna possiede
- la presenza di follicoli in numero maggiore o uguale a 12 nelle due ovaie è un indice di buona riserva ovarica in una donna giovane
- l’ormone antimulleriano scompare in menopausa
- i suoi livelli aumentano con la pubertà
- l’ormone antimulleriano diminuisce con l’età
- in donne con ovaio policistico, si registrano livelli aumentati di ormone antimulleriano
- il limite per una gravidanza probabile è fissato in 1.1 ng/mL
- tuttavia, anche livelli più bassi posso dar luogo ad una gravidanza con le tecniche di fecondazione assistita
In un caso pubblicato dal Gruppo Donnamed (Tocci 2009) in una donna di 34 anni con valori di AMH molto bassi (inferiori 1.0 ng/mL) è stato possibile ottenere con la FIVET-ICSI:
- 3 embrioni di ottima qualità
- una gravidanza evolutiva
- nascita di un bimbo a termine di 3280 grammi
Questo indica che:
- anche con valori bassi di AMH si possono ottenere embrioni di ottima qualità
- ci sono possibilità di gravidanza, soprattutto se la donna è giovane
- occorre utilizzare però un adeguato protocollo di trattamento
Un gruppo di ricercatori inglesi ha elaborato questo grafico da 9601 valutazioni, da cui si possono ricavare i valori normali, per ogni data età femminile.
- più è alto il valore dell’AMH e più ovociti si ottengono mediante una stimolazione ovarica
- maggiore è il numero di ovociti ottenuti, più aumenta la probabilità di successo nelle tecniche di fecondazione assistita
Il Gruppo Donnamed si confronta spesso con pazienti con basso valore di AMH. Sono casi complessi, perchè:
- si rischia di ottenere pochi ovociti alla stimolazione ovarica
- di conseguenza si ottiene un basso numero di embrioni
- c’è una ridotta probabilità di gravidanza
- un basso valore di AMH è stato posto da alcuni studi in relazione ad una ridotta possibilità di gravidanza e di nascite
Tuttavia, la nostra esperienza indica che non esiste, entro certi limiti, un valore minimo al di sotto del quale non sia possibile ottenere un successo.
Conta dei follicoli antrali
La conta dei follicoli antrali è un test di riserva ovarica molto utile, ma di non facile esecuzione. Il ginecologo di base non è in grado, in genere, di contare il numero di questi follicoli.
Occorre un macchinario ecografico di grande qualità, che ha costi elevati.
Una donna con buona riserva ovarica deve possedere almeno 6 follicoli per ovaio, meglio se sono di più.
Tuttavia, se gli ovociti sono troppi (come ad esempio nell’ovaio policistico), riducono la possibilità di ovulazione regolare, e possono dare problemi seri durante la stimolazione ovarica (iperstimolazione severa), per fortuna raramente.