Procreazione assistita eterologa in Italia

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Il dott. Angelo Tocci, esperto di procreazione medicalmente assistita e responsabile del trattamento presso le migliori cliniche romane, spiega in modo semplice le problematiche connesse alla procreazione assistita eterologa in Italia. La tecnica implica la donazione di ovuli ed è detta comunemente eterologa femminile.

Procreazione assistita eterologa in Italia

La procreazione assistita eterologa in Italia

La procreazione assistita eterologa in Italia è ormai una tecnica ampiamente utilizzata dalla coppie. Questo dipende soprattutto dalla ricerca tardiva di gravidanza, quando la donna ha un’età anagrafica vicina o superiore ai 40 anni. In questa fascia di età, la procreazione assistita eterologa, con l’utilizzo di ovociti di una donatrice giovane, assume un ruolo fondamentale perché i risultati della fecondazione assistita omologa diventano scadenti.

Tuttavia, in Italia le donatrici di ovuli sono quasi inesistenti. Il divieto di rimborsare economicamente le donne che vorrebbero donare i propri ovociti ad altre coppie impedisce di fatto la donazione di ovociti. A causa della legge 40, infatti, la donazione dovrebbe essere effettuata in modo completamente gratuito. Quindi una potenziale donatrice dovrebbe sottoporsi a stimolazione ormonale e prelievo chirurgico degli ovociti in modo del tutto gratuito, ciò anche sacrificando tempo sottratto magari alla sua occupazione principale.

Di conseguenza, la fecondazione eterologa in Italia si esegue normalmente importando ovociti da altri Paesi, come la Spagna o la Grecia, dove queste limitazioni sono inesistenti. Spesso sono studentesse giovani che, a fronte di un piccolo rimborso utile per esempio al finanziamento dei loro studi, si sottopongono volentieri alle procedure di donazione dei propri ovuli.

Ci sono poi motivi culturali che rendono difficile la donazione degli ovuli. In Paesi come la Spagna, è stata creata negli anni una cultura della donazione di organi e tessuti, per cui le ragazze trovano del tutto normale donare i propri ovuli ad un Centro di fecondazione assistita.

La donazione degli ovuli non impatta in nessun modo sulla capacità riproduttiva della donatrice, e i rischi sono veramente minimi, limitati alla stimolazione ormonale e al prelievo chirurgico vaginale degli ovociti.

Come si potrebbe risolvere il problema della donatrici in Italia?

Sarebbe auspicabile una normativa che consenta un piccolo rimborso alle ragazze che si volessero sottoporre a questo trattamento, insieme alla crescita culturale in direzione della donazione degli organi, che in Italia è molto scarsa. Questo renderebbe l’Italia indipendente dagli altri Paesi, e i costi per i Pazienti italiani molto minori anche perché non occorrerebbe il trasporto degli ovuli congelati, una procedura sicura ma costosa.

Come si conservano gli ovociti?

Una normativa idonea potrebbe consentire ai centri di fecondazione assistita pubblici e privati di accumulare nelle proprie banche gli ovociti congelati, tramite una tecnica molto efficace che si chiama vitrificazione ovocitaria. Questa tecnica consente la conservazione per un tempo illimitato di ovociti di buona qualità genetica e biologica, utili a coppie in cui gli ovociti vengono a mancare.

Dott. Angelo Tocci