La terapia del papilloma virus
La terapia del papilloma virus HPV è materia delicata. Il papilloma è un virus a DNA di cui si conoscono circa 120 tipi. La maniera più efficace per evitare lesioni da papilloma virus e quindi non aver necessità di terapia è il vaccino anti-papilloma virus.
Tuttavia, una volta che la lesione è stata diagnosticata a livello genitale o a livello del cavo orale, nell’uomo o nella donna, da una accorta terapia del papilloma virus dipende la cura o la progressione della malattia. Una volta individuata l’area critica in colposcopia (nella donna) o genitoscopia (nel partner maschile) è sufficiente effettuare una biopsia escissionale. In questo modo, da una parte si elimina il problema, portando via l’intera lesione, dall’altra si analizza il tessuto. Esistono terapie mediche tramite creme, ma non sono sempre efficaci e possono provocare bruciore, escoriazioni e febbre.
La biopsia viene effettuata presso Gruppo Donnamed sia per la diagnosi che per la terapia del papilloma virus. Nei punti colposcopicamente peggiori si fa la biopsia e viene eliminata la malattia. L’intervento può essere perfezionato elettrocoagulando le aree critiche una volta asportati i pezzi chirurgici che vengono inviati in laboratorio per l’esame istologico.
La vaccinazione contro il papilloma virus si fa nel deltoide in 2 o 3 dosi ripetute.
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Biopsia come terapia del papilloma virus
La terapia del papilloma virus è essenzialmente chirurgica. Consiste nell’asportazione definitiva della lesione pre-tumorale. Il virus del papilloma peraltro persiste in aree anche prive di lesioni, che per questo vanno monitorizzate nel tempo tramite la colposcopia. L’intervento di biopsia è:
- ambulatoriale in anestesia locale
- minimamente fastidioso
- usualmente senza sequele
- può essere effettuato con varie tecniche, tutte equivalenti tra di loro secondo le più recenti analisi della letteratura
- in Gruppo Donnamed, si utilizza la metodica di elettrocoagulazione in radiofrequenza, più maneggevole e meno costosa del laser
- il successivo trattamento può prevedere l’estensione dell’intervento fino all’asportazione dell’intero collo dell’utero (conizzazione) o dell’utero stesso, o semplicemente i controlli a distanza
- la biopsia deve essere effettuata, per legge, sotto guida colposcopica
In casi di CIN 3 (H-SIL) si può riconoscere un eventuale carcinoma microinvasivo in circa il 6-12% dei casi o francamente invasivo nel 2% dei casi. Quindi è importante trattare almeno tutte le lesioni da CIN-2 in su
Carcinoma microinvasivo
La diagnosi di carcinoma microinvasivo può essere posta solo sul pezzo istologico di conizzazione (o di isterectomia) e non può essere formulata su biopsie. In caso di diagnosi di carcinoma microinvasivo, occorre riferire la paziente all’oncologo per ulteriore valutazione.