Il graffio endometriale
E’ stato suggerito che il graffio endometriale (la parete interna dell’utero) potrebbe migliorare l’impianto dell’embrione durante la fecondazione in vitro/ICSI e sono stati condotti molti studi clinici. Tuttavia, a causa delle limitazioni nella dimensione del campione e nella qualità dello studio, non è chiaro se il graffio endometriale migliori i risultati della fecondazione in vitro/ICSI.
Vediamo insieme se la metodica è efficace.
Razionale del graffio endometriale
Il razionale del cosidetto graffio endometriale (endometrial scratching) si basa sul concetto che un danno controllato all’endometrio effettuato tramite un catetere da biopsia (Pipelle) possa facilitare l’attecchimento in donne con un precedente fallimento in un ciclo di fecondazione in vitro.
Inefficacia del graffio endometriale
In un recente studio controllato su 933 pazienti con un precedente fallimento della ICSI (van Hoogenhuijze 2021), è stato dimostrato che:
- il graffio endometriale ha un effetto molto piccolo nel migliorare il tasso di nati vivi, rispetto a donne che non hanno eseguito questa metodica
- può avere un lieve effetto negativo, cioè peggiorare il tasso di nati vivi
- Il tasso di gravidanza biochimica e di aborto non differisce tra pazienti sottoposte a questa metodica e pazienti che non l’hanno eseguita
Le conclusioni di questo importante studio è che il graffio endometriale non dovrebbe essere proposto alle pazienti.
Tuttavia, può essere proposto nell’ambito di studi clinici controllati, come protocollo di ricerca scientifica. Aggiungiamo, in maniera gratuita per quei pazienti che accettano di essere sottoposti ad un protocollo di ricerca.
La posizione di Gruppo Donnamed
Gruppo Donnamed sconsiglia di eseguire questa metodica potenzialmente interessante, fino a che non saranno conclusi gli studi clinici controllati in corso.
Approfondimenti
van Hoogenhuijze NE, Mol F, Laven JSE, et al. Endometrial scratching in women with one failed IVF/ICSI cycle-outcomes of a randomised controlled trial (SCRaTCH). Hum Reprod. 2021;36(1):87-98.