Esame per la riserva ovarica: quale preferire

image_pdfimage_print

L’esame per la riserva ovarica è attualmente uno step fondamentale per tutte le donne che cercano una gravidanza perchè sono sterili e quindi devono sottoporsi a trattamenti di fecondazione assistita. Ma l’esame della riserva ovarica è utile anche alle donne che semplicemente vogliono conoscere il numero di uova residue nelle ovaie per valutare l’opportunità di congelarle. Il numero di ovociti si riduce nel tempo, e dipende nella maggior parte dei casi dall’età cronologica della donna.

Oggi siamo in grado di valutare il numero di uova residue nelle ovaie con esami di riserva ovarica specifici e molto più precisi che in passato.

Conta dei follicoli antrali ESAME RISERVA OVARICA. In questa ecografia di una nostra paziente, ovaio policistico. Si noti la presenza di molti follicoli (zone nere) dislocati soprattutto nella zona periferica dell’ovaio.

[sitemap]

Quale esame preferire per valutare la riserva ovarica

L’esame più efficace, se eseguito da operatori esperti e con macchinari all’avanguardia, è rappresentato dalla conta dei follicoli antrali ovarici mediante una speciale ecografia vaginale.
Una volta questo test non era possibile, perché questi follicoli sono molto piccoli (3-5 mm di diametro medio)e i vecchi ecografi non riuscivano a visualizzarli.
Se il numero di questi follicoli visualizzati ecograficamente supera 6 per ciascun ovaio, la donna ha una buona riserva ovarica.

Questo test richiede un medico con specifica esperienza ecografica nell’esame di riserva ovarica.

Presso il Gruppo Donnamed è possibile effettuare la valutazione attraverso un ecografo di alta precisione, in 2 dimensioni o anche in 3 dimensioni, che consente una conta automatizzata dei follicoli antrali.

Questo esame, inoltre, è molto utile in caso di fecondazione assistita, dal momento che la conta del numero dei follicoli antrali ovarici consente di prevedere piuttosto bene come la donna risponderà alla stimolazione ovarica e addirittura se questa sia possibile.

Esso consente, infine, di dosare opportunamente i farmaci usati per la stimolazione ovarica, riducendo il rischio di una stimolazione eccessiva o troppo scarsa.

Ormone anti-mulleriano (AMH): dosaggio nel sangue

Il secondo esame di riserva ovarica molto utilizzato è il dosaggio dell’ormone anti-mulleriano (AMH) nel sangue che può essere effettuato in qualunque giorno del ciclo mestruale.

Questo test funziona in maniera opposta rispetto all’FSH: più è alto il valore, maggiore è la riserva ovarica. L’AMH non dovrebbe superare 1 (uno).

Tuttavia questo esame soffre di alcune limitazioni. In particolare, tende a non essere standardizzato e pertanto laboratori diversi danno risultati diversi.

Per standardizzarlo, ogni laboratorio dovrebbe sapere a quale numero di follicoli antrali corrisponde un dato valore di AMH, cosa che accade molto raramente.

Il problema di pone soprattutto per bassi valori di AMH (inferiori a 1), nel qual caso si consiglia comunque l’esame di riserva ovarica mediante la conta dei follicoli antrali.

I test tradizionali

Tra i test tradizionali ancora diffusi, si segnala il dosaggio dell’ormone follicolo stimolante (FSH) nei primi giorni del ciclo mestruale. Il valore dell’FSH è ancora utilizzato, meglio se associato al valore dell’estradiolo.

Se questo valore supera 9-10, la riserva ovarica risulta ridotta.

L’aumento del valore dell’FSH si basa sul concetto che, quando la riserva ovarica si riduce, l’ipofisi, una ghiandola alla base del cervello, produce una maggiore quantità di FSH, che è la benzina delle ovaie, per tentare di stimolare l’ovaio a produrre più ovociti.

Il valore di FSH si alza sempre di più nel caso di bassa riserva ovarica perché l’ovaio, ormai povero di uova, non risponde alla stimolazione dell’FSH prodotto dall’ipofisi. Pertanto, quando questo valore supera 9-10, è segno che il numero di uova nelle ovaie si è ormai irrimediabilmente ridotto.

Altri test come per esempio il dosaggio dell’inibina sono ormai desueti.

Dott. Angelo Tocci