Aborto: definizioni e distinzioni
L’aborto spontaneo è l’interruzione involontaria della gravidanza entro le 26 settimane di gravidanza. Quando non c’è espulsione del prodotto del concepimento si parla di aborto interno.
L’aborto terapeutico è un’altra tipologia di interruzione di gravidanza ed è regolato dalla legge 194/78.
L’aborto in Italia è riassunto dalle statistiche dell’Istituto Superiore di Sanità.
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Aborto spontaneo
È l’interruzione involontaria della gravidanza entro le 26 settimane di gestazione. In Italia viene definito come interruzione involontaria di gravidanza avvenuta entro il 180° giorno compiuto di amenorrea (ovvero 25 settimane e 5 giorni).
Il rischio è aumentato nelle donne delle giovani generazioni rispetto alle donne della stessa età delle generazioni precedenti. Questo è dovuto a fattori:
- genetici
- ambientali
- legati agli stili di vita
Considerando comunque solo l’età e il numero di gravidanze precedenti come fattori legati al rischio di aborto spontaneo, la figura più a rischio è la donna primipara tardiva, ovvero oltre i 35 anni. Tra le cause, l’età della donna è certamente tra i più significativi.
Tra i fattori maschili si considerano:
- l’indice di frammentazione del DNA degli spermatozoi. E’ stata osservata una relazione tra alta frammentazione del DNA degli spermatozoi (che si riscontra nell’8% di spermiogrammi normali) e la percentuale di aborti spontanei e di gravidanze gemellari. Alti valori di frammentazione del DNA degli spermatozoi aumentano il rischio mentre bassi livelli si riscontrano nelle coppie con gravidanze gemellari. Sono stati associati ad elevata frammentazione del DNA degli spermatozoi:
- il calore
- agenti chemioterapici
- radiazioni e altre sostanze tossiche per il testicolo
- fumo di sigarette
- infiammazioni all’apparato genitale
- varicocele
- deficit ormonali
Percentuali in Italia
Nel corso del tempo si è assistito ad un incremento del casi in Italia. Dal 1982 al 2004 è aumentato del 34%.
Si parla quindi di 130 casi di aborto spontaneo ogni 1000 nati vivi.
Interruzione terapeutica di gravidanza
E’ la interruzione volontaria della gravidanza. Si può eseguire entro i 90 giorni, se la prosecuzione della gravidanza comporta per la donna un serio pericolo di tipo fisico o psichico. In caso di grave pericolo di vita della donna o di anomalie e malformazioni del nascituro, si può richiedere anche oltre i 90 giorni. L’aborto terapeutico è regolato dalla legge 194/78 che ne fissa i limiti e le norme.
Aborto interno
In questo tipo di aborto il feto non si è formato o è morto ma la placenta e i tessuti embrionari sono ancora in utero. Non causa sintomi di sanguinamento e crampi, che si osservano in altri tipi di aborto. Circa il 10% delle gravidanze termina in aborto interno, l’80% nel primo trimestre di gravidanza.